Nella seguente tabella sono accennati brevemente i contenuti dei due testi di Aristenete e di Leonardo Bruni. La suddivisione dei racconti avviene secondo la proposta fatta da J. Mesk.
SEGMENTO
A
-Charicles malato damore per Stratonice, moglie di suo padre Polycles
- È una malattia danimo - Antioco innamorato ardentemente di Stratonice, 2a moglie di suo padre Seleuco, cerca di dimenticarla unendosi allesercito, lontano da lei si ammala e torna a casa
B
- Panacios (="colui che guarisce tutti i mali"), medico rinomato
- Panacios tiene il polso di Charicles, quando entra la donna --> accelerazione del battito
- Medico sospetta qualcosa, fa sfilare tutte le donne di casa, quando arrriva lamata del padre ---> stessa reazione di prima
- Altri cambiamenti: sguardo e polso come quelli di un altro uomo.
- Medico fa entrare la donna una 3a volta --> conferma per la diagnosi - Vari medici non individuano la malattia
- Filippo, medico del re, sospetta che sia passione damore, oridina di far venire le donne di casa una alla volta per sollazzare il malato
- Medico intanto sente il polso di Antioco
- Quando entra Stratonice, il battito accelera, quando si siede al suo letto, il battito si calma e faccia di Antioco lieta, quando riparte, di nuovo inquietudine, fino a tal punto che "como morto rimase"e faccia triste --> conferma per il medico
C
- Linganno di Panacios: si mostra arrabbiato e comunica a Polycles che suo figlio è innamorato della sua moglie
- Polycles lo prega di rinunciare alla moglie per amor di Charicles, cosa che lui farebbe senza esitazione
- Panacios svela limbroglio e consiglia a Polycles di cedere la moglie e salvare il figlio- Filippo parla ad Antioco, riassume la vicenda e spiega che la sua salvezza sta solo nella rinuncia della donna amata da parte di Seleuco --> Antioco preferisce morire che dirlo al padre, medico lo conforta
- Filippo dice a Seleuco che Antioco è innamorato di sua moglie, quindi il suo male è incurabile
- Seleuco tenta di convincere Filippo con buone ragioni a cedere la sua moglie per Antioco
- Filippo dice la verità
D
- Polycles si lascia convincere: "Quando due mali si presentano meglio scegliere il più piccolo"
- Non potendo contraddire alle sue proprie ragioni Seleuco divorzia e dà la sua moglie al figlio
- Seleuco riceve anche dei nipotini, tutti felici e contenti
La "lettera amorosa" di Aristetene riprende praticamente la narrazione di Plutarco. Lo svolgimento resta lo stesso, cambiano solamente i nomi dei personaggi.
Nel suo racconto L. Bruni adopera per i suoi personaggi i stessi nomi che si trovano già in Valerio Massimo, quindi si può dedurre chegli conoscesse il testo. La sua novella offre comunque dei nuovi elementi narrativi come lallontanamento di Antioco prima di ammalarsi per davvero o il dialogo tra il medico e Antioco. Oltre a questa comune fonte con Boccaccio L. Bruni mostra altre similitudini, soprattutto per ciò che concerne la struttura formale del testo. Prima di introdurre il racconto lautore specifica che si trova in "compagnia di più Gentiluomini, e donne in una villa, non molto di lungi da Firenze". Anche qui appare dunque la brigata rappresentata da gente nobile. La comitiva villeggia in campagna per festeggiare e si diverte leggendo novelle dal libro "chiamato Cento Novelle, composto dalleccellentissimo Poeta Gio. Boccaccio". La storia a lieto fine di Antioco e Stratonice viene presentata per rallegrare la compagnia rattristitasi precedentemente ascoltando la lettura della novella di Gismonda, figlia di Tancredi (IV, 1) di Boccaccio data da una giovane inominata. Il narratore è un gentiluomo molto istruito. Egli introduce il racconto "[
] quasi per il contrario di quella di prima [
]". Questo personaggio sembra avere una funzione simile al Dioneo boccacciano che in IV, 10, §3 dice: "[
] dietro a così dolorosa materia, [
] più lieta e migliore incomincerò [
]".
J. Mesk, Antiochos und Stratonike, Rheinisches Museum für Philologie, 68, 1913, pp. 366-394; L. dArezzo, Libro di novelle di bel parlar gentile nel quale si contengono cento novelle antiche con laggiunta di quattro più moderne, 6a ed., dai tipi Davico e Picco, Torino, 1802.