SPAZIO

I riferimenti spaziali che troviamo nella novella II,8 sono molto precisi e permettono dunque una ricostruzione piuttosto dettagliata dell’itinerario del conte d’Anversa. Fuggendo dalla corte dopo le calunnie della nuora del re, Gualtieri si dirige verso Calais per poi imbarcarsi per l’Inghilterra. Arriva a Londra, dove affida Violante ad una nobildonna inglese incontrata davanti ad una chiesa. La chiesa e il monastero formano degli spazi caratteristici del Decameron: "La chiesa costituisce ... uno spazio misterioso, propizio alle svolte più sorprendenti dell'avventura vissuta ... [dai] personaggi". Ed infatti nel caso della separazione da Violante si tratta di una svolta importante nel triste itinerario del conte d'Anversa. Gualtieri e Luigi continuano il loro viaggio e raggiungono il Galles a piedi. Nel paese del mitico re Artù il conte d’Anversa lascia suo figlio ad un maresciallo del re d’Inghliterra. L'ambientamento della novella nel mondo cavalleresco non avviene quindi solo con la situazione temporale - fatta con i riferimenti alla guerra fra francesi e tedeschi - e il gran numero di gallicismi, che rinviano ai romanzi cortesi francesi, ma anche attraverso la scelta dello spazio. La Gran Bretagna è infatti uno degli spazi più presenti nella letteratura cavalleresca dell'epoca. Non volendovi rimanere Gualtieri si allontana ulteriormente dalla sua patria e pervien a Strangford in Irlanda. Il momento che segna il punto più basso della caduta del conte, che si ritrova lontano dai figli, ingiustamente accusato e privato del suo stato sociale, coincide con il trasferimento nel luogo geograficamente più distante dalla patria. A sottolineare l’estremo allontanamento del conte dalla sua condizione originaria sta il fatto che nella leggenda arturiana l’Irlanda era spesso sinonimo dell’aldilà.

Dopo un lungo esilio Gualtieri intraprende il viaggio nella direzione opposta, ritrovando i suoi figli e ritornando in patria. La confessione di Eglantina, fatta all’arcivescovo di Rouen, permette a Gualtieri di riprendere il suo possesso e le sue cariche e, anzi, di ritrovarsi in una condizione sociale più elevata che all’inizio. Infatti il conte "visse in Parigi più gloriosamente che mai". Il reinserimento di Gualtieri nella società cortese è accompagnato dunque da un ritorno dalla periferia irlandese al centro culturale della Francia.