INTRODUZIONE ALLA GIORNATA


Nella seconda giornata del Decameron "si ragiona di chi, da diverse cose infestato, sia oltre alla sua speranza riuscito a lieto fine". Entra dunque in scena la Fortuna "che si presenta dapprima nel suo aspetto benevolo, divertendosi a precipitare gli uomini nei guai per poi risollevarli e rimetterli in una situazione uguale a quella in cui li aveva trovati, o addirittura migliore" (Fido, p. 66). Difatti la Fortuna espone il povero Gualtieri d'Anversa ad una serie di colpi, che vanno dalla perdita del rango, dei beni, della reputazione, del nome e della patria al rischio della morte e alla separazione dai figli. Se la particolarità delle singole novelle della seconda giornata sta nel "maggiore o minore dislivello fra le varie situazioni in cui per capriccio della Fortuna viene a trovarsi il protagonista" (Fido, p. 66), allora la novella II,8 è sicuramente una delle più movimentate della giornata. Riassumendo le vicissitudini del conte si ottiene lo schema seguente:

Fuggendo dalla Francia per evitare la punizione da parte del re, il conte d'Anversa si dirige verso l'Inghilterra. Lasciando la patria il conte deve affrontare una realtà nuova, con tutte le conseguenze del caso perché "il viaggio nello spazio favorisce l'incontro fra l'individuo e la Fortuna, e tale incontro genera un altro movimento, verticale, di natura economica (da ricco a povero) o esistenziale (da felice a infelice)". A differenza di altre novelle, dove il protagonista subisce i danni durante il viaggio, nella novella II,8 il viaggio è già l'inizio del recupero. Fuggendo dalla Francia il conte rinuncia sì a difendersi davanti al re, perdendo inevitabilmente - la fuga equivale a un'ammissione di colpa - ciò che aveva, ma con la sua fuga Gualtieri riesce almeno a conservare la propria salvezza fisica, che in caso di condanna sarebbe stata in pericolo. Il prosieguo del viaggio vede il conte costretto ad abbandonare successivamente il figlio e la figlia, accentuando l'infelicità del protagonsita. Ma l'incontro fortunoso di Londra e del Galles permette a Gualtieri di garantire ai figli di crescere in un ambiente sociale consono alla loro origine. La separazione, anche se dolorosa, ha dunque anche aspetti positivi per la famiglia di Gualtieri.

Quando il conte d'Anversa si è ormai messo a cercare i figli dati in adozione nel corso del suo viaggio, superando dunque il punto più basso della sua caduta, la Fortuna si dimostra improvvisamente benevola nei suoi confronti. Solo un'altro colpo della Fortuna, verificatosi con la grave malattia e con la conseguente confessione della regina, permette infatti al conte di ritrovare la condizione sociale persa. Il conte non è però un personaggio che semplicemente subisce le voglie della Fortuna, ma piuttosto un personaggio che cerca di riacquistare parte di ciò che gli è stato tolto, guadagnandosi dunque ciò che la Fortuna gli regalerà in seguito. Quando il re si rende conto dell'ingiustizia che ha fatto subire al suo vasallo e invita Gualtieri a presentarsi davanti alla corte per riabilitarlo, il conte non deve più nascondere la sua identità. Rivelando la sua identità il conte torna nella condizione sociale che aveva all'inizio con tutti i benefici che ciò comporta, dato che "ciò che il nobile perde si riacquista riacquistando il nome" (Gagliardi, p. 159).