La rubrica

Il soldano di Babilonia ne manda una sua figliuola a marito al re del Garbo, la quale per diversi accidenti in ispazio di quattro anni alle mani di nove uomini perviene in diversi luoghi: ultimamente, restituita al padre per pulcella, ne va al re di Garbo, come prima faceva, per moglie.

La rubrica riassume brevemente il contenuto della novella ed Ë lo spazio dell' autore. In questo spazio come in nessun' altro il contatto tra autore e destinatario Ë diretto. In questo caso la rubrica indica che la novella parte da uno stato d'ordine e equilibrio: Il soldano di Babilonia da in moglie sua figlia ad un altro reale, il re del Garbo. Nell'ambito macrotestuale questo stato di ordine corrisponde a Firenze prima della peste quando i nostri narratori vivevano ancora la loro vita quotidiana. Dall'ordine si passa poi al disordine che nella nostra novella corrisponde ai diversi avvenimenti e al passare di Alatiel tra le mani di nove uomini. Tale disordine inaspettato Ë parallelo alla peste che invade Firenze e che forza i narratori a ritirasi e riunirsi fuori cittý. Il disordine da nuovamente spazio a un'ordine simile a quello iniziale visto che la figlia del sultano, secondo i piani iniziali, viene data in moglie al re di Garbo «per pulcella» ossia vergine. Anche i narratori una volta scampato il pericolo della peste, ritornano alle loro vite abituali. La sola differenza tra ordine iniziale e oridine finale consiste nell'aver aquisito nuove esperienze narrative e culturali. Bisogna a questo punto chiedersi perchÈ nel caso di Alatiel non sembra essere cambiato nulla dall'ordine iniziale a quello finale. Ci sembra interessante riferire quello che Picone opina su questo argomento:
«... il racconto boccacciano poggia tutto sull'inversione dello schema narrativo tradizionale della vergine perseguitata e vittoriosa, trasposto nello schema novellistico della vergine falsa o putativa: di colei cioË che, pur avendo ceduto a tutti gli attachi contro la sua virt˜, Ë capace di esibire alla fine un certificato di illibatezza.»
(Il Romanzo di Alatiel, in «Studi sul Boccaccio», XXIII,1995,pg. 207)