Zibaldone

Lo Zibaldone è per gran parte una raccolta di pensieri, che assimila anche varie osservazioni linguistiche, filologiche e di critica letteraria, oltre che meditazioni sull’estetica e sulla propria poetica. Lo Zibaldone riflette a fondo il pensiero del Leopardi, al punto che Leopardi stesso lo riutilizza anche nelle sue opere successive. In questa raccolta si trovano enunciate anche le intenzioni che Leopardi poi mise a frutto nelle Operette Morali: «Ne’ miei dialoghi io cercherò di portare la commedia a quello che finora è stato proprio della tragedia, cioè i vizii dei grandi, i principi fondamentali delle calamità e della misura umana, gli assurdi della politica, le sconvenienze apparenti alla morale universale e alla filosofia, l’andamento e lo spirito generale del secolo, la somma delle cose, della società, della civiltà presente…E credo che le armi del ridicolo, massime in questo ridicolissimo e freddissimo tempo, e anche per la loro natural forza, potranno giovare più di quelle del ragionamento, benchè oggi assai forti. Così a scuotere la mia povera patria e secolo, io mi troverò avere impiegato le armi dell’affetto e dell’entusiasmo nella lirica e in quelle prose letterarie ch’io potrò scrivere; le armi della ragione, della logica, della filosofia ne’ trattati filosofici ch’io dispongo; e le armi del ridicolo ne’ dialoghi e novelle lucane ch’io vo preparando» (Zib. 27 luglio, 1821). (Leopardi: 1993: 501)