Frati di santo Antonio



Sant’ Antonio, fondatore del monachesimo nel secolo III, era ed è venerato come preservatore del bestiame dai morbi, e per questo è rappresentato con un porco ai piedi (che alcuni dicono simbolo di un’incarnazione del diavolo tentatore).
(Branca, p.762, nota 1)

Anche Dante si scaglia particolarmente contro i frati di Sant’Antonio come ciurmatori senza scrupoli:

Paradiso XXIX 124-126:


"Di questo ingrassa il porco di san´t Antonio,
e altri assai che sono ancor più porci,
pagando di moneta sanza conio."


Da questa credulità traggon profitto i monarci Antoniani, con i loro porci , e altri anche "più porci" di loro, scambiando con monete false (senza conio), e cioè con le indulgenze sprovviste di valore, le elemosine e le offerte dei fedeli.
I monarci di San’t Antonio avevano fama nel mediovo di questuanti ingordi e senza scrupoli; e come tali figurano spesso nelle raccolte di novelle (cfr. Boccaccio, Decam., VI, X; Sacchetti, Nov., CX). Si ricordi che San’t Antonio eremita si soleva, e si suole, rappresentare con un porco ai piedi (simbolo del diavolo tentatore); onde era ed è venerato come protettore degli animali. I frati del suo ordine avevano l’uso di allevare maiali, che venicano rispettati come sacri dal popolo e nutriti dalla carità pubblica.
(Paradiso XXIX 124-126)

Gli Antoniani fornirono così a poco a poco alla nostra novellistica il tipo del frate più avido e ingannatore come per esempio il novellino di Masuccio Salernitano.