LE SACRE RELIQUIE

 

DEFINIZIONE:

"Il corpo o qualsiasi cosa che rimanga di un Santo dopo la sua morte, così come pure gli oggetti che sono venuti effettivamente a contatto con il corpo del Santo durante la sua vita. Le reliquie reali (o di prima classe) includono la pelle e le ossa, gli abiti, gli oggetti usati per la penitenza, gli strumenti di prigionia, di martirio o di passione."

(Enciclopedia Cattolica)

 

GENERALITÀ:

Il culto delle reliquie è una tradizione molto vecchia che ha il suo posto non solo nella religione cristiana ma anche in altre religioni e culture. "L'uomo, infatti, ha sempre sentito il bisogno di appoggiare la sua fede a qualcosa di concreto e di tangibile che faccia quasi da intermediario tra lui e la divinità. Da cui le credenze nella virtù miracolosa delle sante reliquie." (M.P.Giardini, Tradizioni popolari nel Decamerone, L.Olschki, Firenze, 1965, p.13)f

Nel Buddismo, per esempio, la venerazione delle reliquie è un fatto istituito e provato: la tradizione vuole che i resti cremati di Buddha fossero divisi alla sua morte nel 483 a.C. in parti uguali tra le Otto tribù indiane. I maomettani, malgrado la disapprovazione ufficiale, venerano reliquie connesse al Profeta o ai primi santi nello stesso modo dei cristiani di fede cattolica.
La venerazione dei resti dei morti è probabilmente tanto antica quanto la religione stessa. L'uomo di Neanderthal e forse l'Homo erectus in tempi ancora precedenti praticavano un cannibalismo rituale, evocando in questo modo una partecipazione magica attraverso la quale l'anima, il potere e le qualità di un morto potevano continuare ad operare; si sviluppò così la tradizione secondo cui chiunque indossasse una reliquia, la portasse, la toccasse o la invocasse, avrebbe beneficiato della sua potenza.

 

STORIA DELLE RELIQUIE

La storia delle reliquie è naturalmente molto legata alla storia e all’evoluzione del pellegrinaggio. Siccome non tutte le persone erano in grado di fare un pellegrinaggio, sia per ragioni di salute, di denaro o altre, era molto en vogue riportare un riccordo, una reliquia che poteva trasmettere il potere magico di un personaggio santo. Soprattutto pellegrini che andavano a Roma riportavano quantità di reliquie poi in parte distribute come regali alle persone care rimaste a casa. Come esempio più antico si trovono ampulle decorate databili del sesto secolo provenienti da Palestina e contenendo olio sacro. Al Mont Saint Michel in Normandia, per esempio i pellegrini rubavano sassi della montagna - una cosa poi proibita però lo stesso fatta. Ci sono anche tanti documenti che parlano dei regali fatti dai patriarchi di Gerusalemme a pellegrini più importanti come l'abbate di Grace-Dieu in Normandia, Richard de St Vannes, il quale facendo un pellegrinaggio dal 1026 al 1027 tornò caricato di reliquie ricevute e trovate in Gerusalemme e nei dintorni. (Vedere: Diana Webb, Pilgrims and Pilgrimage in the Medieval West). Si veda il viaggio di Carlo Magno in Oriente.

Altri testi diversissimi ne parlano, un esempio è Garnier's French Life di Thomas Becket:  

"People bring back a cross from Jerusalem, a Mary cast in lead from Rocamadour, a leaden shell from St James; now God has given St Thomas this phial, which is loved and honoured all over the world, to save souls; in water and in phials he has the martyr's blood taken all over the world, to cure the sick. It is doubly honoured, for health and as a sign."

 

Tanti documenti riflettono benissimo l'evoluzione del pellegrinaggio nel 200, influenzato dallo sviluppo economico della società occidentale. Ne nasce una specie di Marketing religioso:

"Naturally occuring objects might also serve, for example the palms which were blessed and distributed at the Palm Sunday services in Jerusalem and became treasured mementoes. Beatrice tells Dante to commit to memory what she is telling him as pilgrims bind palm about their staffs in remembrance of their pilgrimage" .

Uno dei primi articoli commerciali noti in questo contesto era la Guida per il pellegrino la quale era venduta davanti alla chiesa St James:

"Guida del Pellegrino" ed.1521 Lipsia

 

I lati economici del pellegrinaggio si afffermarono, la gente si era resa conto che c'erano tanti soldi da guadagnare e persino o soprattutto gli uomini di chiesa ne approfittarono volentieri:

"Molte reliquie furono trasportate dall'Oriente in Occidente, ma non di rado furbi e avidi commercianti gabellarono come rliquie autentiche dei martiri e dei santi, resti di corpi sconosciuti ed oggetti raccolti a caso e venduti con incredibile impudenza. Agli abusi di simile commercio tentarono invano di rimediare i Concili di Poitiers e di Latrau, oltre ad alcuni pontefici cominciando da Gregorio Magno." (M.P.Giardini op. cit.p. 17)

Tutti sono d'accordo sul fatto che nel mondo vi sono troppe reliquie sacre per poter credere che tutte siano autentiche: ci sono tre corpi di S.Maria Maddalena in tre diverse chiese francesi, tutti rivendicati come autentici; le spine dell'originale corona di spine con gli indumenti di Cristo sono disseminati nelle chiese d'Europa; Mark Twain ironizzava sul fatto che ci fossero pezzi della 'vera' croce sufficienti per costruire una nave da guerra (ingiustamente, perché una tipica croce usata dai Romani per le esecuzioni aveva probabilmente un volume di 178 milioni di mmc, mentre il volume dei pezzi della 'vera' croce esistenti alla fine dello scorso secolo era minore di 4 milioni di mmc); invece dei tre o quattro chiodi usati nella crocefissione se ne conservano e se ne venerano in vari luoghi circa 32.

 

 

LE RELIQUIE NELLA LETTERATURA

Le reliquie sono presenti nella letteratura di stile diverso e ci sarebbero alcuni esempi da citare. In questo contesto è importanta riportare un testo tratto dal libro di Francesco Orlando il quale fa un piccolo riassunto della presenza letteraria delle reliquie: Gli oggetti desueti nelle immagini della letteratura, rovine, reliquie, rarità, robaccia, luoghi inabitati e tesori nascosti, Einaudi, Torino, 1993, pp.377-8:

"E l'alternativa superstiziosa piuttosto che magica, bianca anziché nera: le reliquie? La reperibilità d'immagini relative è indubbia in astratto. In concreto sembra svanire nell'impossibile: nei pochissimi testi reperiti, la consistenza tende o a restare men che minimale, o a svilupparsi parallela ai topoi di cose impossibili. Le reliquie di frate Cipolla in Boccaccio non sono desuete, bensí estrosamente inventate a gabbo della credulità popolare. Sono aerei adynata che reificano l'incorporeo o l'intangibile o l'inafferabile: il dito dello Spirito Santo, i raggi della stella dei re Magi, il sudore di san Michele in un'ampolla. Due secoli dopo, il potenziale critico di così lieta e disinvolta caricatura prorompe nel disprezzo riformatore del Traité des reliques di Calvino. Di san Lorenzo, per esempio, si venerano qua e là un vaso di carne arrostita e fiale di sangue o di grasso e carboni; con le sue ossa mostrate soltanto in Francia ci sarebbe di che formare due corpi interi. (J Calvin, Avertissement contre l'astrologie - Traité des reliques, Colin, Paris, 1962, p.68) L'impossibile è impostura sacrilega. In Il Fuoco di D'Annunzio, in un museo di Vienna, le immagini sono più di reliquiari e di gemme che delle reliquie stesse: "Cose in esilio, divenute profane, non pregate, non adorate più..." (Parte I: D'Annunzio, Prose di romanzi, t.II cit., p.376) Genesi artificiale e demistificazione di reliquie hanno uno spazio di racconto, quasi nessuno d'immagini, più vicino a noi. In romanzi dall'ambientazione cattolica meridionale: Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa (G. Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, Feltrinellei, Milano, 1969, pp. 347-48, 367-68), El Otoño del Patriarca di García Márquez (G. García Márquez, El Otoño del Patriarca, Plaza & Janez, Barcelona, 1975, pp. 156-58)".