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| Cognome | Vasta Verza (Curtoni Verza) | |
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| Nome | Silvia | |
| Nome arcadico | Flaminda Caritea | |
| Catalogo | V Morei, Brogi, Pizzi, Godard | |
| Carta | 136v | |
| Colonia | Veronese, Verona | |
| Anno d'iscrizione | 1772-1790 | |
| Dati biografici | da Verona, contessa ABI: indica come anno di nascita il 1751 NATALI 1936, p. 156: Silvia Curtoni, veronese (1761-1835), maritata al conte Francesco Verza, poetessa e valente nel recitare le tragedie, ebbe omaggi poetici dal Parini dal Bettinelli dal Pompei dal Pindemonte dalla Bandettini. Del suo circolo scrisse il Denina che era una vera accademia di belle lettere; e il Lorenzi affermò che in casa di lei gli sperimenti fisico-chimici "s'ebbero per alcun tempo illustre albergo e teatro". Andata a Milano nel 1788, visitò il Parini, che l'anno seguente le scrisse lettere galanti, in una delle quali dice: "... ho sempre presente le sue sembianze per lo appunto come se Ella mi avesse fatto la grazia di regalarmi un suo ritratto;... mi par di sentire il tono della sua voce, di vederne la vivacità degli occhi, la energia dell'espressione, e quella grazia dello spirito e della persona tutte sue, che ravvivate da una lievissima tinta maschile, sono tanto più singolari e prepotenti". Forse di quell'anno è il sonetto dello stesso Parini Silvia immortal, benché dai lidi miei. Assai grazioso un epigramma che le diresse il Bettinelli: Silvia dissi ognor divina Per beltade e per ingegno; Or la dico giacobina Per la moda ch'oggi ha regno. Ma ciò è poco, dice Amore; Se l'ha udita e se l'ha vista, Fugga pur, tremi ogni core: Io la feci terrorista. È da sapere che Silvia si mostrava propensa ai principii della rivoluzione francese, e si dichiarava favorevole alla proclamazione dei "Diritti dell'uomo" in presenza degli emigrati francesi, che formavano a Verona la corte del Conte di Lilla, fratello di Luigi XVI e futuro re di Francia. Abbiamo di lei Ritratti d'alcuni amici (1807) e Terze rime (1812). |
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Opere
Bibliografia |
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| Opere |
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